426. Sono i giorni passati dall’ultima volta che ho indossato un pettorale in una gara vera e propria, reale, dal vivo. Una di quelle con assembramenti, gente appiccicata in partenza senza curarsi di indossare una mascherina o con la paura di uno starnuto e colpo di tosse altrui.

Un anno e due mesi! Senza gare. Almeno per me. E avrei aspettato ancora sicuramente. Per una maggior sicurezza, per partecipare a gare più “normali” in città abituali e con manifestazioni sportive conosciute. Avrei aspettato per gare con organizzazioni grandi e rodate e la tranquillità che questo virus sia meno presente col passare di ulteriori mesi.

Quella gara di 426 giorni fa.. fu una semplice trail di quasi 15 km. Alla periferia di Firenze. Ben organizzata, bel percorso, vastissimo e ottimo ristoro finale! Una trail imprevista e che non credevo di fare. Corsa con scarso allenamento e tanta fatica su quelle salite. Ma in compagnia di alcuni amici dell’Atletica e corsa con sorriso e soddisfazione, nonostante le premesse sulla difficoltà.

Mi piacevano le gare trail, anche se ne avevo fatte poche e quindi ero (e sono) inesperto e neofita nel campo.

Quella della U.S. Nave in zona Rovezzano comunque, mi piacque e fui contento di correrla.

Non sapevo che però sarebbe stata l’ultima gara prima di una pandemia mondiale inaspettata. Prima del lockdown, prima che in quella primavera 2020 noi runners fossimo addirittura visti come untori e incivili nel fare una corsetta in solitaria dietro casa. Avevo sofferto quel lockdown, oltre a non poter viaggiare (mia grande passione), dovevo anche tenere le gambe ferme in casa, al chiuso. Niente corsa! Ma ok.. la causa era più grande! Dovevo farlo per proteggere me e gli altri, ci stava. Ero d’accordo e lo sono tutt’ora. Ognuno doveva fare la sua parte per dare una mano; ci veniva chiesto soltanto di restare a casa. E l’ho fatto.

Passano i mesi.. si ritorna a corricchiare dopo maggio 2020 e si approfitta per riprendere aria e la passione personale per il running e muovere le gambe. Ormai ferme da troppo tempo.

Casualmente torna nella testa il running in campagna e su sterrati, anche per via della miglior solitudine, la voglia di stare più in natura possibile, approfittando del distanziamento sociale al massimo livello.

Tornano i chilometri e la passione per la corsa in natura, tramite trail. Un’altra faccia della mia passione running (ancora poco conosciuta anche al sottoscritto).

Passano ulteriori mesi e soffro ancora la mancanza di viaggi, di gare, di eventi, feste patronali, birre con gli amici in spensieratezza e senza paure di un colpo di tosse senza mascherina.

Ho voglia di correre! Ho voglia di un pettorale vero. Basta gare virtuali! Basta finzioni.

Ho voglia di emozioni vere. Di percorsi nuovi, di pacchi gara, facce, gambe che incrociano le mie a pochi centimetri. Ho voglia dello speaker alla partenza, del conto alla rovescia sulla start line, di vedere la scritta “arrivo” nell’avvicinarmi al traguardo.

Ho voglia di sperimentare, di provare altri miei limiti, di assaporare strade e panorami nuovi intorno a me. Anche senza andare lontano, anche vicino o in provincia. Ma voglio correre!! E farlo senza i soliti e monotoni percorsi vicino casa.

Ho voglia di aria aperta, di natura!

Ma andiamo al punto: nemmeno una settimana fa, scopro questa gara, stranamente confermata.

18 km trail a Firenze! Campagna fuori città, salite, natura, fatica.

Una delle poche confermate in questo periodo di continue chiusure. Una delle poche gare che gli organizzatori stessi hanno il coraggio di organizzare, secondo le attuali normative anti Covid e con tutta la sicurezza possibile.

Piccoli dubbi prima di iscrivermi: sarà sicuro? Davvero la fanno? Davvero è confermata? In quanti saremo? Posso spostarmi legalmente con autorizzazione? Riesco a fare attualmente 18 km trail e con salite e sterrati vari?

Voglio scoprirlo!

Scopro quindi che l’organizzazione è impeccabile, tiene conto delle norme anti Covid, si parte e si arriva con la mascherina (come in alcune rare gare viste negli scorsi mesi da chi è riuscito a organizzarle), c’è un modulo di autorizzazione allo spostamento per eventi e competizioni nazionali riconosciute dal CONI, non ci sono spogliatoi per evitare contatti, si parte in griglie numerate a piccoli gruppi distanziati e in tempistiche differenti ogni 5 minuti.

Sembra possibile. Ho voglia di correre..!! 

Iscrizione fatta! Tra nemmeno 6 giorni correrò la mia prima gara con un pettorale vero, dopo un anno e due mesi dall’ultima volta!

Sono sincero.. sono un po’ emozionato.

Arriva il 27 marzo.

L’attesa in area di ritrovo sembra quasi quella dei vecchi tempi. L’emozione anche. Anzi, per molti aspetti é maggiore. Piena zeppa di ricordi passati che si mescolano alle voglie attuali e alla voglia di normalità.

Mi vivo l’attesa con qualche chiacchiera con l’unico compagno di squadra dell’Atletica Sangiovannese che partecipa insieme a me.

L’aria comunque, nonostante tutto, è frizzante. Il meteo perfetto, soleggiato e anche abbastanza caldo. Io che sono il solito freddoloso in partenza mi accorgo di essere anche troppo vestito, cambio così la maglia a maniche lunghe con un’altra molto più leggera.

La partenza è a gruppi di 50 come descritto nel regolamento. Ingressati allo start ogni 5 minuti. E tutti rigorosamente distanziati l’uno dall’altro. Io mi ritrovo in fondo, tranquillo e senza nessuno dietro di me. Largo come non mai e come mai successo nei soliti assembramenti tutti appiccicati di altre decine di partenze a cui ho preso parte (ma che belle erano comunque!).  

La gara.. nonostante io riesca anche a documentare molto del percorso con qualche video, la corro tranquillo. Non manca la fatica nelle salite e qualche tratto breve in cui cammino per respirare o bere, ma procede bene e mi diverto. Anzi, riesco ad assaporare i chilometri percorsi. Mi godo un percorso per me nuovo, un bellissimo panorama su Firenze, strade di campagna e boschi niente male!

Il resto.. non è altro che Emozione.

Emozione di tornare a correre in gara.

Emozione della fatica, del percorso in natura. Di correre con altre persone.

Emozione di tornare ad indossare un pettorale.

Gaetano

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